A mezzanotte, di Gideon Steer e Mariachiara Di Giorgio, Topipittori
A mezzanotte, in quella fetta sottile di tempo dove un giorno finisce e un altro sta per iniziare, talvolta nelle storie succedono cose incredibili. Quello che fino a poche ore prima era un luna park come tanti altri, dove le urla e le risate dei bambini facevano da sfondo al frastuono festoso tipico di questi luoghi, diventa uno scenario perfetto e inaspettato perché quell’esperienza, la stessa esperienza, prenda di nuovo vita in maniera verosimilmente surreale. A mezzanotte, quel luna park, da poco allestito, al limitare del bosco, richiama l’attenzione di creature riservate e furtive, alcune hanno gli orecchi a punta, altre hanno le corna, altre sono piccole e veloci, altre possenti e pelose, ma tutte, nella notte, hanno occhi che brillano come stelle. Sono gli animali che quel bosco lo abitano e che stanotte hanno deciso di fare festa.
Questo è il soggetto di Gideon Sterer intorno al quale Mariachiara Di Giorgio sviluppa tutta una serie di tavole acquarellate di una bellezza a tratti struggente. La delicatezza con cui i soggetti/animali si appropriano di pose e gestualità umane, rimanendo comunque se stessi, è frutto di un lavoro complesso e sapiente che si spende nei più piccoli dettagli e che conferisce alla storia una credibilità straordinaria. Questa operazione, inoltre, si risolve con una traduzione visiva capace di accorciare le distanze tra i due mondi, costringendo il lettore a cogliere delle evidenti somiglianze, di ri-conoscersi, spingendolo oltre i confini dell’uomo, verso un’origine più profonda, quella animale.

La struttura, che ha le sembianze di un “silent-comics”, dona ritmo e apertura, e i disegni a pagina intera o doppia, a livello visivo, vengono esaltati da una sorta di realtà aumentata proprio grazie alla presenza di più “vignette” (presenti nella stessa pagina) prima o dopo di queste. Un aspetto che ha colpito la mia attenzione è la quantità di suoni e rumori evocati, sfogliando le pagina si ha quasi la suggestione di un sentire sottile in lontananza, di un frastuono giocoso che tanto assomiglia al nostro e in completa sincronia con questo, la palette di colori esplode in una varietà variegata mai eccessiva.

La chiusura all’alba, in un immaginato naturale silenzio, rotto soltanto da un improvviso e piccolo rumore d’acqua, ha il sapore della libertà. [Valentina Serafini, Olivia libreria bistrot, Poggibonsi]