Perché ai dipinti non servono titoli, Ondřej Horák, Jiři Franta, Franco Cosimo Panini
In libreria è sempre più nutrito lo scaffale dedicato ai libri per ragazzi che raccontano l’arte. Produzioni che testimoniano modalità differenti per avvicinare i più piccoli ad artisti, movimenti, opere d’arte. Approcci più classici si alternano a proposte che invitano ad adottare una prospettiva nuova nel raccontare ai più piccoli, uno sguardo più libero, più contemporaneo, più obliquo.
Un nuovo orizzonte visivo e di pensiero che in qualche modo è stato inaugurato da Alla scoperta delle immagini, edito in Italia da Babalibri, firmato non a caso da Martin Gayford, noto critico d’arte e dal grandissimo David Hockney, vincitore del nostro Premio Orbil nel 2019.
Nella stessa linea possiamo inserire anche quest’interessante lavoro che arriva dalla Repubblica Ceca e che porta la firma dell’artista Jiři Franta e di Ondřej Horák, scrittore, disegnatore, promotore di progetti di avvicinamento all’arte per bambini non vedenti e detenuti.
Una coppia di simpatici nonni organizzano per i nipoti una visita guidata alla galleria d’arte, un pomeriggio fuori dall’ordinario, tra rivelazioni, scoperte e avventurosi imprevisti. La visita al museo diventa occasione per riflessioni profonde sulla genesi delle opere d’arte, sull’evolversi del gusto e della critica. Il realismo di Millet, la Scuola di Barbizon, l’impressionismo di Monet, Van Gogh, la fotografia, l’orinatoio di Duchamp. Tanti gli artisti e le opere raccontate accanto a riflessioni di secondo livello che riguardano la percezione visiva, il senso delle gallerie e dei musei, il mestiere dell’artista con particolare riferimento alla storia dell’arte moderna. Il tutto si intreccia in maniera avvincente con un furto che coinvolge l’ex direttore della Galleria d’arte in cerca di vendetta.
Un libro ricco di informazioni restituite in una forma visiva originale che mescola illustrazione, fumetto a grandi tavole a tutta pagina.
In appendice un accurato glossario dei pittori e delle correnti artistiche citate nel libro e diverse pagine dedicate alle riproduzioni delle opere che abitano la Galleria d’arte protagonista del libro. Nei risguardi una timeline che dal 1808 data d’uscita del “Faust” di Goethe ci conduce fino al 2002, anno in cui Matthew Barney completa il ciclo di 5 film “Cremaster”.
Un libro non fiction che ci chiede di allargare lo sguardo, che costituisce a nostro avviso una tappa irrinunciabile dei percorsi di educazione visiva, a casa come a scuola. [Elena Giacomin, La casa sull’albero, Arezzo]